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Il dottor Giacomelli è il nuovo Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica
Dal 3 giugno 2025, il dottor Michelangelo Giacomelli ha assunto il ruolo di Responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica della Casa di Cura San Camillo di Cremona, subentrando al dottor Enzo Miori, professionista stimato e figura di riferimento nel settore.
Specialista in Chirurgia Oftalmologica, il dottor Giacomelli esegue interventi di chirurgia della cataratta e del glaucoma, con un approccio altamente personalizzato, finalizzato al deciso miglioramento della qualità visiva dei pazienti.
"Assumere la responsabilità dell'Unità Operativa di Oculistica rappresenta per me una grande opportunità di crescita professionale e un'occasione per ampliare ulteriormente l’offerta della Casa di Cura San Camillo" ha dichiarato il dottor Giacomelli.
Tra gli obiettivi dello specialista appena entrato in forze alla struttura:
- valorizzare l’eccellenza già raggiunta nella chirurgia della cataratta, con un focus sull’ampliamento dell’accesso alle lenti intraoculari Premium;
- potenziare la gestione integrata del glaucoma, grazie all’impiego di tecniche chirurgiche miniinvasive;
- rafforzare l’impegno nella cura delle patologie pediatriche, diabetiche e maculari, garantendo un’assistenza sempre più completa e mirata.
Grazie alla competenza del team dell’Unità Operativa di Oculistica e all’impiego delle tecnologie più avanzate, la Casa di Cura San Camillo continuerà a offrire diagnosi tempestive e cure efficaci per la salute dei propri pazienti.
Giornata Mondiale per la Sicurezza del Paziente
Il 17 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la sicurezza del paziente, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La giornata nasce con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza e l’informazione sul tema della sicurezza delle cure e della persona assistita, attraverso attività di comunicazione e sensibilizzazione.
L’obiettivo prefissato dall’OMS è sensibilizzare su tutte le azioni e procedure fondamentali per assicurare la sicurezza delle cure come:
- sicurezza degli ambienti sanitari;
- personalizzazione delle cure in base alle condizioni mediche e contesto socio-culturale;
- prevenzione degli errori più comuni in ambito sanitario, come diagnosi sbagliate, prescrizione errata di terapia, apparecchiature inadeguate o infezioni contratte durante le cure.
L’iniziativa è rivolta non solo a tutto il comparto che opera nel settore sanitario, ma anche alle istituzioni e agli enti che sono impegnati quotidianamente nella promozione della salute.
La Casa di Cura e l’impegno nella tutela dei pazienti
Per la Casa di Cura San Camillo un obbligo morale in linea con la missione camilliana che pone al centro i bisogni del paziente.
Per questo, presso la nostra struttura, la sicurezza del paziente viene sempre al primo posto ed è garantita da protocolli e tecnologie all’avanguardia che mettono al sicuro da errori durante la somministrazione delle cure.
A tutti i nostri assistiti, che siano degenti o pazienti ambulatoriali vengono dedicate attenzioni specifiche, non solo per quello che può riguardare la prevenzione di infezioni, ma anche nell’uso delle strumentazioni e nell’impiego di trattamenti. Questo è particolarmente importante in ambito chirurgico, dove i rischi di infezione possono aumentare: le nuove tecniche mininvasive in tal senso rappresentano una vera e propria rivoluzione.
Il nuovo servizio di Fisioterapia: un fiore all’occhiello per il territorio
La nostra Casa di Cura ha inaugurato il nuovo servizio di Fisioterapia completamente rinnovato per offrire percorsi di cura e riabilitazione su misura per ogni età grazie alla dotazione di tecnologie all’avanguardia.
Nuovi spazi per la riabilitazione
Proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia siamo lieti di mostrarvi gli ambienti recentemente ristrutturati in cui è stato allestito il nuovo, accogliente reparto.
- Studi medici dedicati
- Ampia e luminosa sala d’attesa
- Nuovi box per le terapie fisiche
- Palestra open space attrezzata
- Attrezzatura di ultima generazione
Le aree di intervento della Fisioterapia
La fisioterapia è la disciplina che si occupa della prevenzione, della cura e della riabilitazione motoria e funzionale. Presso la Casa di Cura San Camillo di Cremona, la fisioterapia opera in diversi ambiti:
- ortopedico
- neurologico
- reumatologico
- oncologico
Tecnologie moderne e fisioterapisti qualificati
Il reparto è dotato di strumentazione avanzata, come il nuovo macchinario per le onde d’urto focalizzate, e di specialisti altamente qualificati, capaci di offrire risposte mirate e personalizzate alle esigenze di ogni paziente.
Che attività e trattamenti offre la Casa di Cura San Camillo per la riabilitazione del pavimento pelvico?
Presso la nostra Casa di Cura il paziente con problematiche legate al pavimento pelvico viene seguito con un approccio multidisciplinare, che unisce la competenza di medici specialisti alla professionalità dei fisioterapisti. Il percorso inizia con visite accurate che, grazie a una diagnosi precisa, permettono di creare un programma di riabilitazione personalizzato, progettato per rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente.
Quali sono le attività fisioterapiche disponibili al San Camillo?
Il reparto di fisioterapia offre tantissimi trattamenti, che integrano le tecnologie più avanzate con le metodiche tradizionali:
- terapia manuale: tecniche mirate per migliorare la forza, il rilassamento e la funzionalità del pavimento pelvico;
- biofeedback e FES: grazie a macchinari di ultima generazione, queste tecniche aiutano a monitorare e stimolare la muscolatura, offrendo un feedback diretto e migliorando la consapevolezza del paziente;
- terapia comportamentale: un approccio educativo che insegna al paziente a gestire correttamente le funzioni del pavimento pelvico, migliorando aspetti come la continenza e il rilassamento muscolare.
Un supporto integrato per il benessere psicosociale
Il percorso riabilitativo al San Camillo non si limita agli aspetti fisici, ma integra anche un supporto psicosociale. Questo approccio globale tiene conto dell’impatto che le problematiche del pavimento pelvico possono avere sulla qualità della vita del paziente, offrendo strumenti per affrontare anche i disagi psicologici e sociali associati.
Esistono controindicazioni legate all’uso delle onde d’urto?
L’impiego delle onde d’urto focali presenta poche controindicazioni, principalmente associate a specifiche condizioni cliniche:
- pacemaker
- epilessia
- gravidanza
- patologie importanti della coagulazione del sangue
- assunzione di terapia anticoagulante
- patologie neoplastiche attive
- infezioni in corso, in particolare nella zona da trattare o in aree ad essa vicine
Possibili effetti collaterali delle onde d’urto
Gli effetti collaterali sono pressoché assenti. Oltre a una lieve dolorabilità al termine della seduta, possono comparire piccoli ematomi nella zona trattata. Questi disturbi si risolvono facilmente applicando ghiaccio sulla parte interessata per circa 10-15 minuti.
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Il trattamento con onde d’urto è doloroso?
Il trattamento con le onde d’urto focali può causare una lieve dolorabilità (sensazione di fastidio), ma grazie al macchinario in dotazione è generalmente ben tollerato. L'apparecchiatura consente infatti di modulare completamente l’intensità in base alla soglia del dolore del paziente.
Al termine della seduta, il paziente può riprendere regolarmente tutte le attività quotidiane, senza alcuna limitazione, anche in presenza di un lieve dolore residuo.
Per alleviare ogni eventuale dolore residuo, è sufficiente applicare del ghiaccio sulla zona trattata per circa 10-15 minuti.
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Onde d’urto in ambito ortopedico: le principali applicazioni
Le onde d’urto trovano ampio impiego in Fisioterapia, in particolare nel trattamento delle tendinopatie, manifestazioni patologiche del tendine. Queste condizioni possono manifestarsi in forma acuta (associata a un processo infiammatorio) o cronica (quando il problema persiste e si altera la struttura del tendine).
La terapia risulta efficace in entrambe le situazioni, grazie alla sua azione:
- in modalità antalgica (antidolorifica), riducendo il dolore nelle fasi iniziali;
- in modalità anabolica, stimolando il metabolismo cellulare dei tenociti (le cellule che costituiscono il tessuto tendineo) e favorendo i processi riparativi.
Onde d’urto per le pseudoartrosi
Le onde d’urto trovano applicazione anche nel trattamento delle pseudoartrosi, condizioni in cui si forma tessuto fibrocartilagineo all’interno dell’osso, compromettendo la sua solidità strutturale. Applicata con precisione nel punto interessato, l’onda d’urto stimola i processi di calcificazione, favorendo così la guarigione dell’osso.
Applicazioni nelle patologie cartilaginee
Questa terapia è indicata anche in caso di condropatie e altre patologie della cartilagine articolare, legate a fenomeni di usura.
Trattamento della fascite plantare ed epicondilite
Tra le patologie più comuni trattate con le onde d’urto rientrano:
- fascite plantare, caratterizzata da dolore e infiammazione della fascia plantare;
- epicondilite (dolore al gomito laterale) e l’epitrocleite (dolore al gomito mediale).
Onde d’urto per il dolore muscolare
Infine, le onde d’urto possono essere utilizzate anche nel trattamento del dolore muscolare, dove l’effetto antalgico contribuisce a riportare la muscolatura a uno stato di normalità.
Cosa sono le onde d’urto focalizzate e come funzionano
Le onde d’urto focalizzate sono una tecnologia che rientra nell’ambito delle nostre terapie fisiche, ovvero trattamenti che utilizzano energia prodotta da mezzi fisici per generare un effetto terapeutico sul paziente.
Presso l’Ambulatorio di Fisioterapia recentemente rinnovato, utilizziamo un macchinario di ultima generazione a onde d’urto focalizzate di tipo piezoelettrico. Si tratta di una tecnologia che impiega energia elettrica generata da un corpo centrale e trasmessa a un manipolo contenente cristalli piezoelettrici. La vibrazione di questi cristalli consente di trasferire l’energia direttamente all’interno del corpo del paziente.
Come avviene il trattamento con onde d’urto?
Durante ogni seduta vengono utilizzati distanziali in silicone, ricoperti con un gel a base acquosa, che permettono di veicolare le onde d’urto nei tessuti. Sono onde ad alta energia che agiscono direttamente nell’area da trattare, definita “fuoco”. A seconda della necessità, l’onda d’urto può essere indirizzata a diverse profondità, da pochi millimetri sotto la cute fino a 5 cm, grazie al tipo di distanziale utilizzato.
Che effetto hanno sul corpo le onde d’urto?
- Effetto cavitazionale: formazione di microbolle nei tessuti e loro successiva rottura, che genera un’energia secondaria capace di amplificare l’effetto terapeutico.
- Effetto diretto sulle cellule: l’energia trasmessa viene utilizzata dalle cellule per attivare processi biologici.
Questi meccanismi producono diversi effetti benefici:
- miglioramento del microcircolo e dell’afflusso di sangue nella zona trattata;
- stimolazione dei processi di riparazione cellulare;
- attivazione del metabolismo cellulare e stimolo anabolico.
Nei primi 2-3 giorni può comparire un effetto pro-infiammatorio, con un leggero aumento del dolore, del tutto temporaneo. Successivamente, prevalgono gli effetti riparativi e rigenerativi, che favoriscono la guarigione dei tessuti.
L’intensità delle onde d’urto è variabile?
La nostra strumentazione per le onde d’urto focalizzate appartiene alla classe di rischio II, quindi con un livello di rischio inferiore rispetto a molte altre tecnologie in commercio. È progettata per regolare in tempo reale l’intensità del trattamento in base alla soglia del dolore del paziente, è più silenzioso rispetto ad altri dispositivi e utilizza distanziali in silicone anallergici, sanificati dopo ogni utilizzo.
Le principali applicazioni cliniche delle onde d’urto
Le onde d’urto focalizzate vengono usate soprattutto in ambito muscoloscheletrico, ma ci sono numerose altre aree di utilizzo. Le principali indicazioni cliniche sono:
- tendinopatie calcifiche e non;
- pseudoartrosi;
- fascite plantare;
- epicondilite (dolore al gomito);
- problematiche cartilaginee (condropatie);
- disfunzione erettile;
- dolore pelvico cronico.
Grazie al nostro dispositivo avanzato, siamo in grado di modulare e personalizzare ogni trattamento, adattandolo alle esigenze specifiche di ciascun paziente e offrendo un approccio terapeutico mirato ed efficace.
Rezum: il più innovativo trattamento per l'iperplasia prostatica benigna
L'iperplasia prostatica benigna è una condizione comune che colpisce gli uomini adulti dopo i quarant'anni. Spesso, il trattamento iniziale coinvolge l'uso di farmaci per alleviare i sintomi ostruttivi associati a questa patologia come la difficoltà nella minzione, ma spesso è necessario intervenire per un trattamento efficace e risolutivo.
Come si utilizza la terapia Rezum nei casi di iperplasia prostatica benigna?
La terapia Rezum è basata sulla tecnica "Convective Water Vapor Energy” che sfrutta l'iniezione di vapore nebulizzato all'interno della ghiandola prostatica utilizzando un manipolo monouso. Questo processo avviene sotto guida endoscopica all'interno del tratto uretrale prostatico. L'effetto terapeutico non è immediato: i sintomi ostruttivi tipici iniziano a migliorare sensibilmente dopo alcune settimane dal trattamento, ma il risultato è notevolissimo. In media, la terapia con Rezum riduce il volume prostatico del 40% nel corso di tre mesi.
I vantaggi del trattamento Rezum per la prostata
- La procedura è veloce, richiede solo circa 15 minuti in regime ambulatoriale o day-hospital.
- Non è necessaria l'anestesia generale, ma solo una leggera sedazione.
- Non richiede incisioni chirurgiche.
- È adatto a una vasta gamma di pazienti, compresi quelli a rischio con cardiopatia o che assumono farmaci anticoagulanti, riducendo il rischio di sanguinamenti o complicazioni rispetto alle procedure chirurgiche tradizionali.
Un beneficio notevole è che, grazie alla selettività del trattamento, non si verificano impatti negativi sulla funzione sessuale, come l'eiaculazione retrograda o la disfunzione erettile. Rezum agisce localmente senza danneggiare le strutture nervose periferiche, come confermato dalle linee guida europee in Urologia.
Quali pazienti possono beneficiare del trattamento Rezum
Questa metodica è particolarmente indicata per pazienti con modificazione della prostata di medio o piccolo volume, che non presentano una sintomatologia grave o infiammazione delle basse vie urinarie. È anche una valida opzione per coloro che desiderano evitare o non possono tollerare la terapia medica a causa degli effetti collaterali dei farmaci, come l'abbassamento della pressione sanguigna o l'eiaculazione retrograda. Inoltre, il trattamento con Rezum è indicato per i pazienti con ritenzione acuta di urine che necessitano di un catetere vescicale permanente in attesa di un intervento chirurgico.
La tecnologia innovativa Green Laser per trattare l'ipertrofia prostatica benigna
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è una problematica molto diffusa che determina l’ingrossamento anomalo della prostata, cioè di quella ghiandola attraverso cui passa l’uretra (il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno); ingrossandosi, la prostata va a comprimere proprio l’uretra, ostacolando la fuoriuscita dell’urina e rendendo il getto più debole e le minzioni più frequenti.
Questa condizione progredisce nel tempo e, se non trattata adeguatamente, può portare a danni permanenti alla vescica. In passato, il trattamento richiedeva spesso un intervento chirurgico tradizionale, ma oggi esiste un'opzione innovativa: la tecnica Green Laser.
Quali sono i vantaggi della tecnica Green Laser per il trattamento dell’ipertrofia prostatica?
Il Green Laser è una tecnologia che sfrutta l'interazione specifica con l'emoglobina del sangue per vaporizzare i tessuti in modo mirato. Ciò significa che i tessuti altamente vascolarizzati, come l'adenoma prostatico, possono beneficiare di un trattamento preciso ed efficace limitando al massimo gli effetti collaterali e riducendo notevolmente la necessità di dover intervenire nuovamente.
Questa metodica offre fondamentali vantaggi in termini di:
– emostasi e assenza di sanguinamento
– precoce dimissione dei pazienti, a 24 o 48 ore dell’intervento
– rapida ripresa delle attività quotidiane e lavorative
– grande efficacia: l’intervento è sostanzialmente definitivo,
Perché il Green Laser per usi terapeutici emette luce verde?
Questa tecnica è chiamata Green Laser perché impiega una fonte di luce laser verde per la sua esecuzione. Il colore verde deriva dalla frequenza di luce utilizzata durante la procedura. Questa luce laser verde è specificamente assorbita dall'acqua presente nelle cellule del tessuto prostatico.
Come funziona il Green Laser?
Per effettuare il trattamento, il laser verde viene utilizzato per riscaldare e trasformare l'acqua in vapore all'interno delle cellule prostatiche target. Questo processo di vaporizzazione consente di colpire in modo mirato le aree interessate dalla patologia, permettendo il restringimento e il ridimensionamento del tessuto in eccesso. Poiché il laser verde è altamente selettivo nell'assorbimento da parte dell'acqua, consente di trattare solo le zone specifiche della prostata che necessitano di riduzione, preservando al contempo le altre parti dell’organo. L'utilizzo del laser verde rappresenta un notevole progresso nella tecnologia medica, poiché permette una procedura più precisa e sicura per il trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna.
Esistono diverse tecniche, tra cui la vaporizzazione semplice, la vaporizzazione anatomica e l'enucleazione (GreenLep), scelte in base alle caratteristiche del paziente e della manifestazione patologica.
Vaporizzazione semplice
La vaporizzazione semplice è un'opzione sicura per gli ingrossamenti di piccole o medie dimensioni. Inizia creando un canale dall'alto verso il basso, garantendo un adeguato flusso di liquidi di lavaggio e mantenendo una visuale chiara.
Vaporizzazione anatomica
La vaporizzazione anatomica è la soluzione per adenomi di grandi dimensioni: con questa tecnica si trova il piano tra l'adenoma e la capsula prostatica, consentendo una vaporizzazione mirata. Questo riduce gli effetti termici locali e i sintomi irritativi post-operatori.
Enucleazione (Greenlep)
Questa tecnica estremamente avanzata serve per trattare adenomi prostatici di dimensioni ancora più significative. In questo caso l'adenoma prostatico viene completamente separato dalla capsula prostatica, garantendo un'eccellente emostasi grazie all'azione precisa del Green Laser. Questo significa che il rischio di sanguinamento è molto ridotto, il che è particolarmente importante quando si trattano aree estese.
Ipertrofia prostatica benigna: che cos’è?
Per ipertrofia prostatica benigna intendiamo l'ingrossamento della prostata, evenienza correlata all'avanzare dell'età.
I sintomi principali legati a questa patologia vanno ad alterare la meccanica minzionale del paziente ed il riempimento e lo svuotamento vescicale e sono:
• indebolimento del getto urinario
• nicturia, il fenomeno per il quale il paziente comincia ad alzarsi più volte di notte per andare a urinare.
• pollachiuria, la necessità di urinare più volte durante il giorno
• urgenza minzionale, quando il paziente improvvisamente sente il bisogno impellente di dover andare a urinare e fatica a trattenere questo stimolo.
Altri sintomi specifici di questa patologia possono essere la sensazione di incompleto svuotamento vescicale e la minzione in più tempi.
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La terapia con onde d’urto nella cura della malattia di Peyronie
La malattia di Peyronie (abbreviata anche in IPP, da Induratio Penis Plastica) è una patologia urologica che comporta la formazione di una placca fibrosa nel tessuto che circonda i corpi cavernosi del pene e che normalmente presenta elevate capacità elastiche, consentendo al pene di aumentare di dimensione senza che si creino tensioni. La presenza di fibrosi in un punto di questo tessuto, detto tonaca albuginea, causa la perdita di elasticità, con conseguente retrazione del pene e sviluppo di una curvatura nel momento dell’erezione.
Quali sono i sintomi e come si sviluppa la malattia di Peyronie?
Questa malattia non è rara e presenta uno o più sintomi caratteristici:
- dolore in erezione
- deviazione del pene in erezione
- riduzione della lunghezza del pene
- deficit erettile
Questa condizione clinica si sviluppa attraverso due fasi specifiche:
- Fase acuta infiammatoria: è presente dolore in erezione e la curvatura del pene tende progressivamente ad accentuarsi, questa fase può durare diversi mesi ed è fondamentale agire tempestivamente per evitare la cronicizzazione
- Fase fibrotica cronica: la situazione si stabilizza, non c’è più dolore scompare, la placca è dura al tatto, la curva del pene ha raggiunto una forma specifica.
Come funzionano le ESWT per le patologie peniene?
Le onde d’urto sono utilizzate in diversi settori della medicina, sono chiamate anche con la sigla inglese ESWT - Extracorporeal Shockwave therapy. Nel caso della IPP si sono rivelate estremamente efficaci: la loro azione sui vasi sanguigni della zona trattata favorisce la liberazione dei cosiddetti “fattori di crescita” con il risultato di stimolare la produzione di nuovi vasi, con conseguente incremento della vascolarizzazione e del flusso sanguigno. A livello della placca avvengono così delle reazioni chimiche capaci di far regredire il processo infiammatorio. L’azione delle onde d’urto può, quindi, prima di tutto ridurre il dolore tipico della fase acuta e diminuendo l’estensione della placca fibrosa può limitare l’evoluzione della curvatura in erezione.
Quando utilizzare le onde d’urto peniene?
Come trattare il paziente ovviamente dipende dalla fase in cui si trova: una volta che la placca fibrosa è completamente formata ed è stabile l’unica via di intervento è chirurgica, nella fase precedente, invece, lo specialista urologo può prendere in esame diverse possibilità, fra queste, con finalità conservative, è da citare la terapia con le onde d’urto peniene.
Risulta chiaro, infatti, che questo trattamento sia da utilizzare esclusivamente nella prima fase della malattia di Peyronie, in modo da portare a rapido esaurimento il processo infiammatorio e far scomparire il dolore evitando un ulteriori aggravamento della curvatura del pene in erezione. Una diagnosi tempestiva è importantissima in tal senso: in caso di dubbi rivolgersi sempre allo specialista urologo senza procrastinare.
La terapia con le onde d’urto alla Casa di Cura San Camillo
Il trattamento con le onde d’urto è ambulatoriale, dura una decina di minuti ed è del tutto indolore e senza effetti collaterali. Si utilizza un particolare strumento collegato al generatore di onde d’urto che viene appoggiato sulla superficie del pene in prossimità della placca. In genere sono necessarie sei sedute a distanza di una settimana l’una dall’altra. Responsabile di questa terapia nella nostra struttura è il dottor Marco Finamanti, responsabile dell’Ambulatorio di Urologia.
Perché è importante prevenire il diabete?
Il diabete di tipo 2 è una patologia che può rimanere a lungo asintomatica, rendendo la diagnosi spesso casuale. Durante questo periodo, però, l’organismo è esposto a livelli anomali e cronici di zucchero nel sangue, che possono causare gravi complicazioni a lungo termine.
Cosa succede se il diabete non viene trattato?
L’esposizione cronica a livelli elevati di glicemia può colpire diversi organi e apparati, causando alterazioni significative a diversi organi.
- Occhi: tra le patologie più comuni in questi casi rientra la retinopatia diabetica, che può compromettere gravemente la vista.
- Cuore: la cardiopatia ischemica, che aumenta il rischio di infarti, è una delle complicanze più riscontrate.
- Cervello: con gli ictus legati all’alterazione dei vasi sanguigni cerebrali.
- Arterie: causando una riduzione del flusso sanguigno, specialmente agli arti inferiori, con rischio di insufficienza vascolare.
- Nervi: con l’insorgere di neuropatia diabetica, che provoca danni cronici al sistema nervoso.
L’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce nel diabete
Prevenire il diabete significa evitare l’esposizione prolungata degli organi a livelli elevati di glicemia. Una diagnosi precoce permette di intervenire tempestivamente, riportandola a livelli normali. In questo modo gli apparati vengono protetti, riducendo le alterazioni croniche e ritardando l’insorgenza di complicazioni, talvolta evitandole completamente. Un trattamento adeguato del diabete può avere un impatto significativo, rallentando l’evoluzione della malattia e preservando la salute generale del paziente.
Esercizi riabilitativi per l’osteoporosi
I carichi utilizzati per la riabilitazione durante gli esercizi per chi soffre di osteoporosi devono essere attentamente adattati in base alla condizione clinica del paziente, tenendo conto del grado di osteoporosi e della gravità della patologia. È essenziale considerare anche eventuali comorbidità presenti (ovvero altre patologie), per garantire che l’esercizio sia sicuro ed efficace.
Quali esercizi sono indicati per chi soffre di osteoporosi?
Ciò che è fondamentale evitare è l’applicazione di carichi sotto soglia, che non apporterebbero alcun beneficio alla densità ossea e non aiuterebbero il paziente a migliorare il suo stato di salute. Al contrario, carichi troppo bruschi o movimenti rapidi possono creare sollecitazioni ossee non tollerabili, aumentando il rischio di eventi fratturativi.
Come individuare l’esatto apporto di carico?
Per individuare il giusto apporto di carico è cruciale affidarsi a professionisti formati, come i fisioterapisti laureati. Questi specialisti conoscono le condizioni specifiche di ogni paziente, potendo così creare un percorso terapeutico personalizzato. La cosiddetta "terapia sartoriale" viene cucita su misura, considerando le esigenze individuali per garantire la massima sicurezza e l’efficacia del trattamento.
Affidarsi a professionisti qualificati è determinante per il successo della terapia. Al contrario, una gestione inadeguata, ad esempio da parte di operatori non specializzati, può portare a gravi complicazioni, come fratture, che peggiorano notevolmente la qualità di vita del paziente.
La fisioterapia aiuta chi soffre di cefalea
In che cosa consiste il trattamento fisioterapico per chi soffre di mal di testa?
Il tipo di approccio fisioterapico che viene utilizzato per un paziente affetto da cefalea varia in base al tipo di cefalea e alle condizioni cliniche generali del paziente che emergono dopo la valutazione, fatta in prima seduta dal professionista fisioterapista. Ci si avvale prevalentemente di tre metodiche:
- esercizio terapeutico
- massoterapia
- pompage
Si può avere un effetto positivo sulla qualità di vita del soggetto andando a lavorare su tutta una serie di sintomi che spesso rendono questa patologia invalidante.
Quali parti trattare con la fisioterapia nei casi di cefalea?
L’attività fisioterapica per affrontare la cefalea consente di operare congiuntamente su una serie di problematiche che vanno dalle tensioni muscolari, a una ridotta mobilità del rachide cervicale e permette in questo modo di ripristinare la corretta funzionalità di quest’ultimo.
Si può lavorare sulle tensioni della muscolatura del collo, che spesso creano conseguenze e fastidi alla base della testa in sede occipitale, della muscolatura facciale e della muscolatura masticatoria agendo sui muscoli dell’articolazione temporo-mandibolare.
Nei casi in cui si ritiene necessario, si può utilizzare il pompage, una tecnica manuale che consiste nella trazione del rachide cervicale con lo scopo di diminuire la pressione sulle faccette articolari e sui dischi intervertebrali.
Dott. Marco Masseroni
Coordinatore del Servizio di Fisioterapia
Cos’è la fisioterapia?
Qualsiasi condizione che interferisca con la capacità di svolgere le azioni quotidiane e che comprometta la qualità della vita viene definito deficit funzionale. In questi casi l’intervento della Fisioterapia si rivela essere fondamentale, anche grazie alla possibilità di adattare il trattamento alla patologia e alle condizioni specifiche del paziente.
Quali sono gli obiettivi della riabilitazione fisioterapica?
- Ripristinare la massima autonomia possibile del paziente.
- Intervenire in tutte le fasi delle patologie, dagli stadi acuti a quelli cronici.
Quando è indicata la fisioterapia?
Grazie a tecniche attive e passive, la fisioterapia è indicata in diverse situazioni cliniche.
Essa si rivela utile in caso di stadi acuti e cronici delle patologie, oppure come terapia conservativa per ripristinare la funzionalità e prevenire l’aggravarsi del deficit funzionale. In caso di interventi chirurgici, la riabilitazione post-operatoria gioca un ruolo cruciale nel recupero, permettendo di riacquistare forza, mobilità e autonomia.
Valutazione personalizzata del fisioterapista
Ogni percorso fisioterapico inizia con una valutazione funzionale effettuata da un professionista qualificato. Durante questa fase, il fisioterapista:
- analizza le condizioni del paziente;
- effettua una diagnosi funzionale;
- elabora una prognosi riabilitativa;
- pianifica un percorso terapeutico personalizzato.
Accesso alla fisioterapia presso la Casa di Cura San Camillo
Presso la Casa di Cura San Camillo, è possibile accedere al Servizio di Fisioterapia con impegnativa del medico curante o di uno specialista, in regime di solvenza o tramite Sistema Sanitario Regionale, pagando la quota ticket.
La fisioterapia non ha controindicazioni generali, ma è sempre personalizzata per garantire la massima efficacia e sicurezza.
Convegno di Chirurgia Generale: innovazione, tailored surgery e laparoscopia
Il 13 settembre 2025 si terrà presso la nostra Casa di Cura un convegno interamente dedicato alla Chirurgia Generale, con particolare attenzione alle innovazioni tecnologiche, alle tecniche mini-invasive e all’approccio personalizzato al trattamento chirurgico, oggi noto come “tailored surgery”. L’iniziativa, accreditata ECM con 4 crediti formativi, rappresenta un’opportunità di aggiornamento per gli Specialisti in Medicina Generale interessati a conoscere le più avanzate soluzioni chirurgiche, con particolare attenzione a questi temi.
Il programma affronta diversi ambiti di rilievo:
- chirurgia laparoscopica mini-invasiva;
- gestione della parete addominale con tecniche su misura;
- chirurgia ambulatoriale per la diagnosi e il trattamento della patologia venosa;
- chirurgia proctologica mini-invasiva personalizzata;
- colecistectomia videolaparoscopica con fluorescenza ICG-guided;
- chirurgia resettiva colica ICG-guided, con focus su vantaggi e indicazioni operative.
A completare l’offerta formativa, un approfondimento dedicato alla chirurgia plastica e ricostruttiva, sempre più integrata nei percorsi di cura complessi.
La giornata si propone come momento di confronto multidisciplinare tra esperti e professionisti, con l’obiettivo di condividere esperienze, casi clinici e prospettive future. Innovazione tecnologica, personalizzazione dei trattamenti e riduzione dell’invasività sono i temi chiave di un evento che mette al centro la sicurezza del paziente, l’efficacia terapeutica e la qualità del decorso post-operatorio.
Con il patrocinio ASST di Cremona e dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Cremona.
Come si svolge la visita ortopedica in vista di un intervento?
La visita ortopedica finalizzata a un possibile intervento chirurgico inizia come una classica valutazione specialistica.
Si parte da una breve anamnesi, nella quale lo specialista raccoglie informazioni sulla storia clinica del paziente: da quanto tempo sono presenti i sintomi, qual è la loro intensità, e quanto incidono su attività come camminare o sollevare un arto.
Queste informazioni aiutano a comprendere la gravità della patologia da trattare.
Perché è importante la documentazione diagnostica?
Successivamente, si verifica se il paziente ha già eseguito esami strumentali come:
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radiografie
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ecografie
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risonanze magnetiche
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TAC
Queste immagini, visionate direttamente al computer durante la visita, permettono di valutare l’estensione della lesione sull’articolazione o sulla struttura interessata, per esempio l’anca o la spalla.
In cosa consiste l’esame obiettivo?
Segue la visita clinica vera e propria, in cui lo specialista esegue test specifici, in base alla patologia, in cui vengono valutati range di movimento, eventuali lesioni tendinee, limitazione funzionali come per esempio zoppia per le patologie degli arti inferiori, e verifica il livello di dolore percepito durante le attività quotidiane.
Sono proprio dolore e limitazione funzionale i due criteri fondamentali che guidano la decisione di proporre un intervento.
Nel caso in cui la documentazione diagnostica non fosse completa, lo specialista può richiedere ulteriori approfondimenti per pianificare l’intervento al meglio.
Ad esempio:
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per correzione dell’alluce valgo o metatarsalgie, possono essere necessarie radiografie sotto carico;
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per protesi d’anca o di ginocchio, si richiedono radiografie in carico di bacino e arti inferiori per studiare correttamente gli assi femoro-tibiali e predisporre un planning operatorio preciso.
Una volta che il paziente accetta la proposta chirurgica, viene inserito in lista d’attesa e verrà contattato per la data del pre-ricovero chirurgico e, successivamente, per l’intervento.
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Quali disturbi alimentari incidono sull'osteoporosi?
Tutti i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un fattore di rischio modificabile per l’osteoporosi. Questi disturbi, infatti, possono influenzare negativamente la densità ossea sia per ragioni legate alla malnutrizione, sia per dinamiche intrinseche alla patologia stessa. È importante riconoscere e intervenire su queste condizioni per preservare la salute delle ossa.
Sovrappeso e obesità: un rischio per le ossa
Il sovrappeso e l’obesità predispongono all’osteoporosi principalmente a causa della riduzione di disponibilità della vitamina D. Essendo essa liposolubile - oltre che essenziale per la salute delle ossa - tende ad accumularsi nel tessuto adiposo, diminuendo la sua quantità nel corpo. Soggetti sovrappeso o obesi sono spesso carenti di vitamina D, aumentando così il rischio di indebolimento osseo.
Anoressia e malnutrizione proteico-energetica
I disturbi alimentari come l’anoressia possono causare una malnutrizione grave che incide precocemente sulla salute delle ossa, anche in età molto giovane. Nei pazienti affetti da anoressia, la carenza di nutrienti essenziali e l’importante perdita di peso possono portare a:
- osteopenia precoce;
- osteoporosi conclamata.
In questi casi, è fondamentale effettuare controlli regolari, come la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), per monitorare la densità ossea e valutare l’eventuale presenza di osteoporosi.
Come si svolge una visita di Medicina Interna?
La visita di Medicina Interna inizia con la raccolta di informazioni generali sul paziente, attraverso un’attenta anamnesi.
Si tratta di una vera e propria ricostruzione della storia clinica del malato: l’internista, con approccio sistematico e attento, raccoglie dati su sintomi, patologie pregresse e sull’evoluzione del disturbo che ha portato il paziente a richiedere l’incontro.
Qual è il ruolo dell’esame clinico?
Dopo aver completato l’anamnesi, il medico procede con la visita vera e propria, durante la quale vengono verificati i segni e sintomi manifestati dal paziente. Questo passaggio è fondamentale per correlare quanto emerso dal colloquio con l’esame obiettivo e formulare le prime ipotesi diagnostiche.
Quali esami prescrive l'internista?
Al termine dell’incontro, l’internista può prescrivere una serie di esami di approfondimento, tra cui:
- esami bio-umorali, ovvero esami del sangue di base, che forniscono una prima lettura più precisa dei sintomi;
- indagini radiologiche di primo e secondo livello, a seconda del sospetto clinico;
- ecografia integrata alla visita, una metodica che consente di ottenere in tempo reale informazioni utili per l’orientamento diagnostico.
Perché l’ecografia è uno strumento utile durante la visita internistica?
L’utilizzo dell’ecografo direttamente durante la visita consente di ottenere una risposta immediata su possibili cause del malessere del paziente, supportando l’internista nella valutazione clinica e nella definizione del percorso diagnostico più appropriato.
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La sicurezza per i pazienti è fondamentale, in particolare nei soggetti più fragili. Per questo, è importante avere consapevolezza delle procedure ospedaliere obbligatorie per garantire il miglior svolgimento delle cure.
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