Portale della Fondazione Opera San Camillo - Il racconto di Paola, 46 anni - Cremona
MAC-Obesità: le testimonianze dei nostri pazienti
L'obesità è sempre più comune in Italia: il 47,6% degli adulti e il 26,3% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni presentano questa condizione. La maggior parte delle persone non è però consapevole delle gravi implicazioni dell’obesità sulla salute.
La nostra struttura offre un percorso specifico denominato MAC (ovvero Macroattività Ambulatoriale Complessa) per Obesità, un percorso che prende in carico a 360° gradi il paziente, accompagnandolo nel miglioramento dello stato di salute, fisico e mentale, attraverso l’attività di una equipe multidisciplinare.
Con il percorso MAC della Casa di Cura “San Camillo” seguiti pazienti affetti da obesità in varie forme di gravità, frequentemente associata ad altre patologie.
Un team multidisciplinare costituito da diverse figure sanitarie come il dietista, lo psicologo, l'endocrinologo, il fisiatra, il fisioterapista e il chirurgo generale studia un percorso personalizzato sulla base delle singole esigenze della persona.
Siamo lieti che alcuni dei nostri pazienti che hanno intrapreso questo percorso abbiano deciso di condividere la propria esperienza: attraverso la lettura del loro vissuto con l’obesità è possibile comprendere come questa patologia non sia solo una condizione fisica legata all'alimentazione, ma rappresenta una situazione estremamente più complessa dove spesso si instaura una vera e propria “lotta psicologica” contro le proprie abitudini alimentari, il rapporto disfunzionale con il cibo, gli stili di vita scorretti e lo stigma sociale.
Il viaggio verso la guarigione infatti è anche e soprattutto un percorso interiore, fatto di ostacoli, impegno e tante vittorie. Ciò che conta è il coraggio di mettersi in gioco.
Siamo convinti che questi interventi possano sensibilizzare la nostra comunità su questa tematica di assoluta rilevanza sociale e aiutare le persone che ne hanno bisogno e che si riconoscono nelle storie di Marco, Massima, Luigi, Valentina e Paola, a prendere coraggio e a chiedere aiuto. Insieme si può fare la differenza!
"Ero arrivato al limite, non riuscivo neanche a guardarmi allo specchio e credevo di non avere più una via d'uscita. L'unica opzione per uscire da questo tunnel e rivedere la luce era quella di farmi aiutare da professionisti."
Leggi la storia di Marco, un'esperienza di coraggio e fiducia che può ispirare tante persone.
"Le emozioni provate durante il percorso sono state intense e variegate: dalla paura di non farcela alla pace interiore ritrovata, la soddisfazione di vedere i primi risultati, la gioia di superare i propri limiti e la gratitudine verso chi mi ha sostenuto lungo il cammino."
Il viaggio di Luigi, un percorso nella conoscenza di sé e delle proprie emozioni.
Il racconto di Paola, 46 anni
Ciao a tutti, sono Paola, piacere, ho 46 anni, Veronese di nascita, trasferita a Cremona per amore...
Fin da piccola ho sempre avuto problemi di peso e di salute, tanto che mi sentivo diversa dagli altri, ma soprattutto sola.
Il periodo delle scuole è stato difficile, perché la timidezza e il disagio portato dal mio corpo, erano accompagnate dalle prese in giro dei miei compagni, così avevo la tendenza ad isolarmi cercando di essere più invisibile possibile.
Mi vergognavo a mettere la tuta da ginnastica, a spogliarmi davanti alle mie compagne, mi avevano portato a pensare che io fossi sbagliata, che non andassi bene, che non sarei potuta piacere a nessuno. Beh non piacevo nemmeno a me stessa.
La prima dieta la iniziai alle elementari
Dovevo portarmi a scuola lo yogurt o un frutto: io mi vergognavo perché gli altri avevano le merendine o un panino, così spesso non facevo la pausa o mi nascondevo in bagno a mangiare per non essere vista e a volte mi portavo i soldi per prendermi il panino a scuola.
Fu la prima dieta con cui ebbi risultati ma i chili persi poi li ripresi tutti e con gli interessi, perché mangiavo sempre le stesse cose e mia nonna aveva un negozio di alimentari, quando andavo a trovarla mi diceva sempre di prendere quello che volevo e io ne approfittavo mangiando poi di nascosto ciò che portavo via.
Con il passare degli anni sono cambiate le diete, i percorsi e soprattutto i dietisti che mi hanno seguita, ma solo dopo che ho finito le scuole ho iniziato anche un percorso psicologico, perché era arrivato il momento più duro per me in cui ho dovuto annullarmi per prendermi cura di mia madre che stava male.
Annullarsi significava non uscire, non prendermi cura di me stessa, trascurare la mia salute, soffrendo dentro, sempre più chiusa in me stessa, soffocata in una gabbia, sfogando il mio dolore nel cibo la notte.
Finché un giorno sono stata ricoverata in ospedale con le gambe enormi, piene di liquidi e mi è stato diagnosticato un linfedema cronico.
Da lì è iniziato un nuovo percorso con un nutrizionista, una psicologa e una psichiatra per delle note depressive e anche dei disturbi alimentari: ero bulimica. Il mio peso è sempre stato altalenante perché le situazioni pesanti familiari mi portavano continuamente fuori strada e a farmi del male con il cibo.
L'endocrinologo mi ha indirizzata nel percorso MAC-Obesità
Solo negli ultimi anni, dopo che mi sono trasferita a Cremona da sposata e ho cominciato a orientarmi su dove fare le visite mediche, ho scelto la Casa di Cura “San Camillo” e, in accordo con il mio nuovo medico curante, ho effettuato una visita dall'endocrinologo il quale mi ha poi indirizzato nel percorso MAC-Obesità.
Ho cominciato la strada giusta con medici, dietisti e psicologi che mi affiancano e mi aiutano ad affrontare le mie difficoltà emotive e alimentari.
Inoltre, è inclusa nel percorso la fisioterapia/ginnastica che mi piace molto fare e che non ho mai trovato da nessun'altra parte.
Ultimamente oltre al linfolipedema, un’ernia mi crea molto dolore, rendendo difficoltoso il movimento, ma ce la sto mettendo tutta, ho bisogno di star bene e questo percorso mi sta aiutando tanto anche ad aprirmi di più, a parlare dei miei problemi con il cibo, ad ammettere che ci sono ancora.
La bulimia ti fa pensare che mangiando poi starai meglio ma non è così, anzi è il contrario.
Io sono finalmente riuscita a fare outing dopo anni che mentivo a me stessa e ai medici, ci vuole un po’ di coraggio, soprattutto quando sei sovrastata dalle difficoltà e dalle situazioni che sembrano irrisolvibili.
Sono passata in questi anni dall'essere un freddo ghiaccio a un fiume in piena di emozioni con i professionisti che mi seguono.
Questo percorso mi ha aiutato molto a capirmi, ad essere più consapevole su tante cose, sicuramente ad essere un po’ più forte, a lottare sempre anche se non si vede una soluzione perché da qualche parte guardando bene c'è e a volte si può chiedere anche aiuto.
Ho ancora tanto da imparare, soprattutto ad amare me stessa e il cibo con cui non ho un buon rapporto.
Anzi direi più che quello con il cibo è un conflitto continuo di amore/odio ma ce la posso fare piano piano. Voglio arrivare un giorno a dire “Paola, mi piaci!”, guardandomi allo specchio con occhi di stima e amore.
Ringrazio molto tutti i professionisti sanitari che mi seguono e mi aiutano nel mio percorso.
Grazie di cuore, Paola.