Portale della Fondazione Opera San Camillo - Festa della madonna della salute - Festa della madonna della salute - Cremona
Festa della madonna della salute
Letture: Isaia 53, 1-10; Rm. 8, 28-30; Lc. 1, 39-56
È tradizione nelle comunità camilliane, nel mese di novembre, dedicare una domenica a celebrare la festa della Madonna della Salute, affidando a Lei tanti nostri fratelli e sorelle sofferenti. E’ con questo spirito che anche questa nostra comunità cristiana e unitamente alla comunità religiosa questa sera si è riunita attorno all’altare del Signore per consegnare a Maria la fatica e il dolore dei nostri fratelli e sorelle ammalati, ma anche le nostre fatiche e preoccupazioni quotidiane.
Nella vita di S. Camillo si possono evidenziare tre momenti fondamentali nella sua vicenda spirituale e di fondatore dell’Ordine dei Ministri degli Infermi: la devozione a Maria e il suo rapporto personale con il Crocifisso.
Il 15 agosto 1582, solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, in quella calda estate nella città di Roma, Camillo, dopo diverse nottate e giornate passate al letto dei malati nell’Ospedale in cui prestava servizio, su ispirazione dello Spirito, ha l’idea di attorniarsi di una compagnia di uomini “dabene” che per carità si mettessero a servizio degli Infermi.
Secondo momento: 8 dicembre 1591 giornata in cui Camillo e i suoi primi compagni emettono la loro professione religiosa. Nel segno di Maria, serva del Signore, si consacrano ad essere totalmente a servizio dei malati anche con pericolo di vita.
Terzo momento, anche questo significativo, è quando Camillo, assalito da un grande sconforto si pone davanti al crocifisso ed esprime la sua volontà la abbandonare il progetto intrapreso; è in quel frangente che il crocifisso stacca le mani dalla croce e gli dice: “pusillanime quest’opera è mia e non tua” e così lo invita a proseguire con coraggio sulla strada intrapresa.
Maria diventa maestra di vita e modello di servizio nei confronti dei malati che quotidianamente Camillo incontrava nelle lunghe crociere degli ospedali del tempo a Roma, a Napoli, a Palermo, a Bologna, a Ferrara, a Milano, a Genova. Tutte città popolate dalla carità dei seguaci di Camillo. Mons. Tonino Bello presentando Maria come donna del servizio dice: “Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo……Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuire le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza”.
Servire, ecco il grande verbo che ha motivato la vita di Camillo dopo la sua conversione; quel servizio che ha fatto proprio Maria dopo l’annunciazione e l’ha spinta a camminare, e a camminare in fretta, attraverso sentieri montagnosi della Giudea per raggiungere la casa della cugina per espletare il suo servizio nei suoi confronti, nello stragli vicino “Maria rimase con lei..” È il rimanere, è lo stare di una madre accanto al figlio ammalato.
Maria è lì come starà ai piedi della croce del suo Figlio mentre compiva fino in fondo il compito che il Padre aveva a Lui affidato, mentre moriva per la nostra salvezza, e da quella croce ci consegnava, come testamento d’amore il cammino del perdono e della misericordia, anche una madre, Maria, la sua stessa madre, dono supremo del suo amore.
Isaia ci presenta il servo di Jawhe, che è il Figlio di Dio con parole drammatiche “.. non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima”. Nelle parole del profeta si vede in prospettiva la sorte drammatica e dolorosa dell’uomo Gesù, il Figlio di Dio incarnato che si trova appeso al patibolo degli schiavi, sulla croce.
Il profeta Isaia ci dà la lettura di tutta questa storia dolorosa di Gesù: “.. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità; … era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”.
Da quel monte, o Maria, ti sei incamminata verso le strade di tutto il mondo, in un pellegrinaggio continuo per non lasciare mai soli uomini e donne colpiti dal dolore fisico e morale.
Nel momento della sofferenza sono pochi quelli che ti stanno vicini. Gesù aveva centinaia di sostenitori ed amici, ma sotto la croce, nel momento più difficile della sua vita terrena, non c'era quasi nessuno vicino a Lui, eccetto sua madre, Maria, alcune donne e il discepolo amato. A lei si rivolge con tenerezza, da quello strumento di dolore e di morte che è la croce, per donarla all’umanità, a ciascuno di noi “donna ecco tuo figlio” “ecco tua madre” Gesù morente ci fa il dono più grande e più bello.
Nei momenti più difficili si ha maggiormente bisogno di vicinanza di persone che abbiano condiviso con noi momenti significativi della vita, come una madre, e Maria si pone silenziosa accanto al dolore di ogni creatura che soffre o che sta morendo.
Oggi invochiamo Maria con il titolo di Madonna della Salute, sicuri che il suo sguardo materno è rivolto su ciascuno di noi.
S. Camillo si rivolgeva ai suoi religiosi per spronarli a ad avere tanto un cuore di madre nel servizio ai malati: “amate e servite il fratello ammalato come suole fare una madre vedova nei confronti del proprio unico figlio ammalato”. Cuore e amore di madre. (il Papa ha ricordato a Firenze nel 2015 che la chiesa deve avere un cuore di mamma) E’ lo stile di vicinanza di Maria nei confronti dei suoi figli , quelli più deboli, quelli più fragili, i figli ammalati.
O Madonna della Salute sii sempre la nostra stella polare nella vita, ma specialmente quando il grigiore della prova si fa presente. Ti raccomandiamo oggi in modo particolare tutti i nostri fratelli e sorelle che percorrono il sentiero della malattia e che attendono da te, ma anche da noi, un segno che renda meno duro il loro cammino, una luce che possa portare speranza nel momento in cui la strada si fa ripida, tanto ripida, ma ricordiamoci che su quella mulattiera non siamo mai soli, c’è una Madre al nostro fianco, c’è Maria.
È tradizione nelle comunità camilliane, nel mese di novembre, dedicare una domenica a celebrare la festa della Madonna della Salute.
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