Portale della Fondazione Opera San Camillo - Le nuove terapie per il diabete di tipo 2: intervista a Pierangelo Lazzari, Responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Diabete, e Roberto Pollastri, medico specialista del Centro - Cremona
Le nuove terapie per il diabete di tipo 2: intervista a Pierangelo Lazzari, Responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Diabete, e Roberto Pollastri, medico specialista del Centro
Nella precedente intervista sulla patologia diabetica, abbiamo parlato della differenza tra il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. In particolare, il diabete di tipo 2 è il più diffuso e solitamente non necessita di terapia insulinica, se non in casi particolari.
Ma quali sono i farmaci più utilizzati nelle terapie di questo tipo di diabete? Ne parliamo insieme a due specialisti del nostro Centro per la Prevenzione e la Cura del diabete: Pierangelo Lazzari, Specialista in Medicina Interna, in Igiene e Medicina Preventiva e già professore a contratto presso l’Università di Pavia-Scuola di Specializzazione in Medicina Interna, e Roberto Pollastri, Specialista in Medicina Interna.
CI SONO NUOVI FARMACI PER LA TERAPIA DEL DIABETE DI TIPO 2?
Dott. Lazzari
Il farmaco di prima scelta nel diabete di tipo 2 è la metformina, ma negli ultimi due decenni sono stati fatti grandi progressi terapeutici con la disponibilità di farmaci innovativi orali e iniettivi che si sono dimostrati non solo efficaci e ben tollerati, ma anche più sicuri in relazione al rischio di ipoglicemia (cioè dell'eccessivo abbassamento dello zucchero nel sangue) e, per alcuni di essi (agonisti recettoriali del GLP-1 e gliflozine), con importanti proprietà aggiuntive in termini di protezione cardiovascolare e renale.
Ciò ben si inserisce nel concetto di approccio multifattoriale alla gestione del diabete in cui, pur rimanendo fondamentale il controllo glicemico, esso da solo non basta più per migliorare l'attesa e la qualità di vita del paziente se contestualmente non si agisce anche sulle complicanze a lungo termine della malattia.
In tal senso un importante passo è stato fatto con l'introduzione delle cosiddette terapie incretiniche, rappresentate da terapie orali (gli inibitori del DPP4 o gliptine) e iniettive (gli agonisti ricettoriali del GLP1). Esse stimolano il pancreas a produrre insulina in concomitanza dei pasti, e quindi di norma non provocano ipoglicemie.
In particolare gli agonisti recettoriali del GLP1 (che recentemente sono disponibili nella più comoda e meglio accettata iniezione settimanale) oltre che abbassare la glicemia contribuiscono alla riduzione del rischio cardiovascolare sia correggendo i fattori di rischio cardiovascolari più importanti (riducono i valori pressori, la lipemia post-prandiale e il peso), sia agendo direttamente sui meccanismi patogenetici della placca ateosclerotica, cui è da aggiungere un effetto di nefroprotezione.
Negli ultimi anni, poi, si è aggiunta la disponibilità di una nuova classe di farmaci, le gliflozine le cui interessanti caratteristiche metaboliche.
PARLANDO ANCORA DI FARMACI INNOVATIVI, COSA SONO LE GLIFLOZINE?
Dott. Pollastri
Gli inibitori del cotrasportatore di sodio-glucosio 2 (SGLT2) o gliflozine (dapaglifozin, canagliflozin, empagliflozin, ertugliflozin) bloccano il riassorbimento del glucosio dal filtrato nei tubuli renali, lasciando che circa il 40% del glucosio filtrato venga eliminato con le urine e producendo così una riduzione della glicemia e dell’emoglobina glicata, senza stimolare la secrezione insulinica, con il vantaggio quindi di non indurre ipoglicemie.
Il principale effetto collaterale sono le infezioni genitali, generalmente lievi, più frequenti nel sesso femminile e nei soggetti con pregresse infezioni genitali.
Le gliflozine hanno effetti favorevoli su alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come il peso corporeo e la pressione arteriosa. Si è inoltre osservata una riduzione significativa dell’incidenza di eventi cardiovascolari, un’ampia riduzione della mortalità cardiovascolare e della mortalità totale, come pure un effetto positivo sullo scompenso cardiaco.
Si è inoltre rilevato un effetto nefroprotettivo che sembra indipendente dal miglioramento del controllo glicemico.
Presso il Centro di Diabetologia provvediamo all’elaborazione dei Piani Terapeutici di questi farmaci innovativi come richiesto al Ministero della Salute.
IL TEAM DEL CENTRO PER LA PREVENZIONE E CURA DEL DIABETE
Responsabile: Dott.Pierangelo Lazzari Specialista in Medicina Interna, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, già Professore a contratto presso Università di Pavia-Scuola di Specializzazione in Medicina Interna.
Collaboratori:
Dott. Roberto Pollastri, Specialista in Medicina Interna
Dott.ssa Luisa Paschino, Dietista
Dott.ssa Laura Polato, Dietista
Dott.ssa Laura Pavesi, Psicologa
Silvana Zucchelli, Infermiera
Rita Beati, Personale Amministrativo