Portale della Fondazione Opera San Camillo - Intervento di protesi dell'anca e del ginocchio: successo, rischi, degenza e recupero post-operatorio. Intervista al dott. Caffarella - Cremona
Intervento di protesi dell'anca e del ginocchio: successo, rischi, degenza e recupero post-operatorio. Intervista al dott. Caffarella
Parliamo dell’intervento di protesi insieme al dottor Giorgio Caffarella, Responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia della Casa di Cura San Camillo. Dopo aver parlato delle patologie dell’anca e del ginocchio e delle tecniche chirurgiche come l’artroscopia, passiamo ora all’intervento di protesi, molto frequenti al ginocchio e all’anca. Molte sono le domande su questo tipo di operazioni, soprattutto riguardo la percentuale di successo e il recupero post operatorio. Lo abbiamo chiesto al dottor Giorgio Caffarella, Medico Specialista in Ortopedia e Medicina dello Sport.
Qual è la percentuale di successo della protesi del ginocchio e dell’anca e quali, invece, i rischi dell’operazione?
La percentuale di successo nella protesica dell’anca supera il 90%.
Secondo la media dei registri protesici europei a 15 anni dall’impianto sia di anca che di ginocchio, il 95% dei pazienti ha impiantata ancora la sua protesi.
Le principali complicanze che determinano la revisione della protesi sono in linea generale con percentuali variabili tra anca e ginocchio, le infezioni intorno al 3% con maggiore frequenza nel ginocchio, le mobilizzazioni asettiche delle componenti, le instabilità dell’impianto o le lussazioni di anca.
Il fatto che il paziente abbia in sede la protesi, non vuol dire che l’intervento sia stato un successo. Abbiamo infatti un grosso capitolo dedicato alle protesi dolorose, che appartiene a qualsiasi chirurgo indistintamente.
Sono solito spiegare al paziente che si approccia ad un intervento di protesi in qualsiasi distretto, ma soprattutto nel ginocchio, che su 10 pazienti 8 stanno veramente bene e cambiano la loro vita di relazione, 1 sta bene ma ha saltuari dolori che possono limitare la attività e 1 ha dolore o impaccio o varie difficoltà per le quali comunque non è contento dell’intervento eseguito.
È compito dell’ortopedico e del chirurgo approfondire le cause di questi cattivi risultati, migliorare le tecniche chirurgiche, i planning preoperatori, ricreare la situazione anatomica che più rispetta quella del paziente, utilizzare nuovi materiali più tollerabili e duraturi.
È importante, pertanto, capire le cause dell’insuccesso e ricercare sempre quelle biologiche, limitando quelle psicologiche che sono una facile scappatoia.
Quanto dura in media la degenza?
La durata della degenza in clinica per interventi protesici è variabile. Dipende dalla tipologia dell’intervento; protesi di anca e monocompartimentali di ginocchio necessitano di minor recupero funzionale e fisioterapia; dipendono dalla compliance del paziente, dall’età, dalle comorbilità, dalle situazioni psicologiche e familiari, dalla capacità di auto gestirsi (ad esempio raggiungere un centro di fisioterapia).
Dopo quanto tempo si torna a camminare e come funziona il recupero rapido post-operatorio?
Il paziente cammina il giorno successivo all’intervento, con ausilio di stampelle. In relazione al tipo di paziente e alle sue problematiche, la ripresa può essere più o meno veloce.
Importante è il trattamento del dolore, che è parte integrante di una buona riuscita dell’intervento e della fisioterapia. L’analgesia è plurimodale, con l’attiva collaborazione dell’anestesista nelle prime 24- 48 ore dall’intervento, e segue le linee guida più moderne.
Il Fast-track, di cui siamo stati entusiasti sperimentatori da anni, ovvero ripresa precoce della deambulazione e dei passaggi posturali, precoce dimissione e fisioterapia ambulatoriale, è prerogativa dei pazienti più attivi e più autonomi nella propria gestione, ed è facilitata dall’uso di tecniche operatorie mini invasive. Questi sono meno aggressive e pertanto hanno un decorso con minor dolore e con minori perdite ematiche.
Quindi la durata di degenza può variare da i tre quattro giorni alle due settimane in riabilitazione