Fame fisica o fame emotiva? Come riconoscerle e gestirle al meglio

2025-03-13
Fame fisica o fame emotiva? Come riconoscerle e gestirle al meglio

Il nostro organismo regola l'alimentazione attraverso il meccanismo di fame e sazietà che scandisce i tempi della nutrizione spingendoci a mangiare quando proviamo la sensazione di fame. 

 

Tuttavia se l’alimentazione fosse controllata unicamente da meccanismi di fame e sazietà, la maggior parte delle persone sarebbe al suo peso ideale e mangiare sarebbe come respirare, un compito necessario, ma non eccitante.

Non sempre, infatti, mangiamo per soddisfare la fame: capita di rivolgerci al cibo per ottenere conforto (“comfort food”), per ridurre lo stress o per trovare sollievo alla noia, all’ansia, alla rabbia. 

 

In generale, il cibo rappresenta una fonte di benessere: buono, disponibile in ogni momento, facile da ottenere e non particolarmente dannoso.

È importante comprendere la motivazione che spinge a mangiare: emozioni o necessità di cibo?

È necessario distinguere tra fame fisica e fame emotiva.

 

Cos’è la fame fisica?

Con fame fisica si intende il segnale che interviene per avvertirci che l’organismo (cervello, muscoli, organi interni) sta finendo il carburante.

I dietisti e gli altri specialisti della nutrizione ci fanno notare come questo tipo di fame intervenga quando nel corpo c’è un deficit di energia, che va letto come una richiesta di introduzione di carboidrati, grassi e proteine, al fine di andare incontro a tale necessità.

 

Cos’è la fame emotiva?

La fame emotiva, al contrario, è un tipo di fame che arriva quando situazioni o processi di pensiero fanno venire la “voglia di cibo” e non per un reale deficit di energia.

Avviene così che quando mangiamo per fame emotiva lo facciamo inconsapevolmente, senza renderci conto che ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento non è il cibo, ma altro.

La fame emotiva può manifestarsi con elevate intensità ed è per questo che è facile sbagliarsi e confonderla con la fame fisica.

 

Le differenze tra fame emotiva e fisica

La fame emotiva arriva improvvisamente. In pochi istanti sentiamo di dover mangiare, e dobbiamo farlo subito. Anche se abbiamo mangiato poco tempo prima, sentiamo l’urgenza di mangiare di nuovo.

La fame emotiva richiede particolari alimenti o “comfort food”. A differenza della fame fisica, in cui qualsiasi cibo (anche carote, frutta, un pezzo di pane semplice) può soddisfare l’impulso, nella fame emotiva siamo attratti da cibi ricchi di grassi o zucchero. Sentiamo di aver bisogno di cioccolata o pizza, e nient’altro può soddisfarci.

La fame emotiva si associa a un “mangiare inconsapevole”. Prima che possiate rendervene conto, avrete finito la busta delle patatine o il pacchetto di biscotti. Il più delle volte si è disattenti e di conseguenza il cibo non è assaporato ma “buttato dentro”.

• Spesso, la fame emotiva rimane anche dopo aver mangiato e anche quando il senso di pienezza è stato raggiunto. Lo stomaco dice basta, ma la testa ci spinge a continuare oltre il senso di sazietà.

• La fame emotiva si avverte nella “testa”. Niente vuoto o brontolii nello stomaco; pensiamo a un alimento, al suo sapore, al suo odore e lo dobbiamo avere.

• Soddisfare la fame emotiva ci fa sentire in colpa e spesso, dopo averlo fatto, proviamo sentimenti di vergogna. Questo avviene perché, in qualche modo, una parte di noi è consapevole

di aver mangiato per motivi diversi dalla necessità biologica. Sappiamo che non era il nostro corpo ad averne bisogno e sappiamo anche che non avremmo dovuto farlo, ma lo facciamo comunque.

 

Usare il cibo per gestire uno stato emotivo, come ad esempio “mangio perché ho bisogno di calmarmi” oppure “mangio perché ho bisogno di rilassarmi dopo una giornata di duro lavoro”, può produrre nell’immediato un senso di benessere e rilassamento ma, se applicato con regolarità può condurre ad un abbassamento del livello di benessere psicofisico, dovuto in parte alla scarsità ed esiguità nella scelta degli stimoli gratificanti e dall’altro al non riconoscimento di stati emotivi come ad esempio ansia, tristezza e nervosismo a cui far corrispondere una risposta più adeguata del cibo alla risoluzione di eventuali problemi.

 

Il supporto psicologico nel Percorso MAC della Casa di Cura San Camillo Cremona

Alla Casa di Cura San Camillo Cremona, affrontare la nutrizione significa considerare non solo il corpo, ma anche la mente. Il Percorso Multidisciplinare MAC integra un approccio specialistico integrato che coinvolge nutrizionisti, endocrinologi, psicologi e fisioterapisti per aiutare i pazienti a riconoscere e gestire il rapporto con il cibo.
L’intervento psicologico gioca un ruolo chiave nel distinguere tra fame fisica e fame emotiva, aiutando a comprendere le emozioni che spesso influenzano le scelte alimentari. Attraverso strategie mirate, è possibile sviluppare una maggiore consapevolezza e adottare comportamenti più sani e sostenibili nel tempo.

A marzo e aprile saranno disponibili colloqui individuali gratuiti per in cui sarà possibile effettuare una valutazione antropometrica e ricevere consigli personalizzati.

Calendario degli incontri
Gli appuntamenti si svolgeranno presso l’ambulatorio dietistico (1° piano della Casa di Cura), nelle seguenti date:

  • Lunedì 17 marzo dalle 15 alle 17
  • Venerdì 28 marzo dalle 15 alle 17 
  • Giovedì 03 aprile dalle 16 alle 18
  • Venerdì 11 aprile dalle 15 alle 17

 

Per prenotare contattare il numero 0372567437 dalle 8 alle 15 dal lunedì al venerdì.

 

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